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In scena al Teatro Nuovo Napoli, la storia di “Irena Sendler, la terza madre del Ghetto di Varsavia” che salvò più di 2500 bambini, regia di Roberto Giordano

Martedì 30 e mercoledì 31 gennaio al Teatro Nuovo Napoli (Via Montecalvario n.12, Napoli) ore 11.00 va in scena “Irena Sendler, la terza Madre del Ghetto di Varsavia” di Roberto Giordano, tratto dall’omonimo testo che ha meritato il patrocinio di Amnesty International Italia. L’attore e regista Roberto Giordano, porta in scena la storia di Irena Sendler, infermiera e assistente sociale polacca, proclamata Giusta tra le Nazioni nel 1965 per aver salvato, con i suoi collaboratori, più di 2500 bambini del Ghetto di Varsavia tra la fine del 1940 e la primavera del 1943. Sul palco, oltre allo stesso Giordano, Federica Aiello, Chiara Esposito, Greta Giordano, Mario Migliaccio, Fabio Sacco e con Gabriella Cerino. Lo spettacolo si avvale delle elaborazioni musicali di Mariano Bellopede; la consulenza per le ricerche storico-letterarie è di Suzana Glavaš; la scenografia di Giuseppe Giordano. L’evento è realizzato con il contributo del Fondo PSMSAD Inps e il patrocinio dell’Ambasciata di Polonia a Roma e del Consolato Onorario della Polonia in Napoli.

A Varsavia, in quegli anni, sono stati confinati quasi 500.000 ebrei, molti dei quali bambini, che morirono di fame e di tifo nel ghetto o nei campi di sterminio. L’opera racconta il volto del Male rappresentato dalla follia nazista dell’opera di Hitler, in veste drammaturgica e con dei flashback di accurata ricerca storico documentaristica, ed il volto del Bene con i lineamenti di Irena Sendler, durante la Shoah subita dagli ebrei polacchi.

«Era il 12 maggio 2008 – racconta Roberto Giordano – quando lessi della scomparsa di Irena Sendler. Incredulo di ciò che avevo letto mi chiesi come mai una storia così importante non fosse stata ancora diffusa e cominciai a mettere da parte notizie, annotare date, prendere appunti. Nell’estate del 2015 decisi di allestire lo spettacolo. Dopo aver rifiutato una scrittura importante presso un teatro prestigioso di Napoli, ho finalmente debuttato nel suggestivo sito del Succorpo dell’Annunziata, grazie all’Assessore alla Cultura di Napoli Nino Daniele e alla prof.ssa Suzana Glavaš, che ha voluto fortemente la pubblicazione del testo teatrale, peraltro patrocinato da Amnesty International, dal Consolato Onorario della Repubblica di Polonia in Napoli, dal Comune di Napoli, e dall’Ambasciata Polacca in Roma. Irena Sendler predicava con parole semplici: “Dobbiamo lottare per ciò che è buono. Il buono deve prevalere, deve prevalere e io ci credo. Finché vivrò, finché avrò forza, professerò che la cosa più importante è la bontà”».

 

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