Due ragazzine di 13 anni violentate più volte dal branco di adolescenti: il racconto dell’orrore
Le indagini sono andate avanti per settimane nel riserbo più totale. Due cuginette, di appena 13 anni, sono state violentate da un gruppo di adolescenti al Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli. Le due ragazzine più volte sarebbero state portate in un capannone nei pressi di quello che fino a qualche anno fa era un centro sportivo. Il branco che avrebbe abusato delle cuginette sarebbe stato composto da sei ragazzi. Tra loro un unico maggiorenne, non è chiaro se sia già stato individuato e fermato. Per le due ragazze è stato deciso l’allontanamento dal Parco Verde e ora vivrebbero in una casa famiglia. Lontane, ora, da quel luogo dell’orrore a due passi da casa.
Cugine stuprate più volte in una struttura abbandonata
Sono tutti nel mirino degli inquirenti i cinque ragazzini che insieme a un maggiorenne avrebbero stuprato le ragazzine, poco più che bambine, dopo averle attirate dentro al centro sportivo abbandonato tra il Rione Iacp e il Parco Verde di Caivano. Le vittime dello stupro non avevano trovato il coraggio di denunciare l’orrore. Subivano in silenzio. Solo quando la notizia è giunta all’orecchio di un ragazzo vicino alla famiglia di una delle due, che ha riferito tutto ai genitori, la macchina della giustizia si è rapidamente messa in moto.
Le ragazzine sono poi state visitate in due ospedali della città, e dal racconto fatto ai sanitari sono emersi altri episodi di violenza sessuale. Circa due o tre mesi fa, la ragazza non ricorda esattamente la data, un ragazzo di 19 anni a lei noto l’aveva convinta a seguirlo in una casa abbandonata in un parco e, dopo averla minacciata, l’aveva obbligata ad abbassarsi i pantaloni e costretta ad avere un rapporto contro la sua volontà. L’inizio dell’incubo. Il giovane di lì in avanti avrebbe guidato più volte una banda di minori, alcuni dei quali non ancora quattordicenni, tutti residenti nel Parco Verde. Gli episodi ricostruiti sarebbero 6 o 7, gli inquirenti hanno già sequestrato i telefonini di alcune persone analizzando sia le chat sia l’archivio di video e foto.
Servizi sociali: “Grave incuria dei genitori”
“La minore era ed è esposta, nell’ambiente familiare, a grave pregiudizio e pericolo per l’incolumità psicofisica”: lo si legge nella relazione dei servizi sociali, da cui è poi scaturita la misura dell’allontanamento della 13enne stuprata al Parco Verde di Caivano da un gruppo di ragazzini insieme alla cuginetta sua coetanea. Gli stessi assistenti sociali, scrive il pubblico ministero nella documentazione, “sono intervenuti in una situazione di chiara emergenza allo scopo di mettere in sicurezza la minore delle condotte dei genitori. Invero – scrive ancora il magistrato – emerge dagli atti che la minore è stata vittima di gravi abusi sessuali da parte di un gruppo di coetanei e che lo stile di vita della minore, che ha ‘favorito’ la perpetrazione del reato ai suoi danni, è senz’altro frutto della grave incuria dei genitori che con ogni evidenza hanno omesso di esercitare sulla figlia il necessario controllo, così esponendola a pericolo per la propria incolumità”.
“Tanti bambini in tutte le periferie d’Italia sono abbandonati a se stessi”
“Non si può più rimanere fermi, voltarsi dall’altra parte, di fronte a queste atrocità. E’ necessario intervenire subito per salvare la vita di tanti bambini che non solo qui, ma in tutte le periferie d’Italia sono abbandonati a se stessi, dove lo Stato è assente e le Istituzioni sono complici del degrado, dell’assenza di cultura, di socialità, di servizi e i più piccoli, indifesi, vengono violentati, usati, spesso anche uccisi senza che nessuno intervenga e li tuteli”. Lo dice all’Adnkronos l’avvocato Angelo Pisani, legale della famiglia di una delle due bimbe (13 anni tra pochi giorni).
C’è stata la prima udienza del processo che cautelativamente ha confermato l’allontanamento delle bambine dai genitori. “Ma questo non basta – dice l’avvocato – anzi aggiunge al dolore, alla lesione della dignità, la beffa dell’allontanamento dal nucleo familiare. Occorre restituire valori, tutelare la vita dei bambini e punire severamente gli aggressori, figli ahimè di quelle istituzioni complici, che non hanno saputo tutelare le famiglie e ogni giorno fanno in modo che avvengano queste violenze sui minori, pari a un omicidio quanto ad atrocità”.
Il Parco Verde di Caivano e Fortuna Loffredo
Il Parco Verde di Caivano è finito spesso in passato sotto i riflettori della cronaca per episodi di violenza. Nel 2004 il caso della piccola Fortuna Loffredo, di sei anni, morta il 24 giugno, dopo essere stata scaraventata dall’ottavo piano di un edificio. Nel luglio 2017 la Corte d’Assise di Napoli ha condannato all’ergastolo Raimondo Caputo per l’omicidio della bimba, che tutti chiamavano “Chicca”.