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FORMULE E – MIAMI SPETTACOLO A STELLE E STRISCE NEL ROUND 5

La Formula E approda sul suolo americano con la quinta gara della stagione; ci troviamo all’Homestead-Miami Speedway, circuito ovale che presenta un layout alternativo per permettere competizioni differenti, senza però sacrificare del tutto le paraboliche.

In questo circuito l’Attack Mode è sembrato particolarmente vantaggioso; mentre in molti circuiti risulta penalizzante, soprattutto a causa delle zone di attivazione che impongono ai piloti di uscire di traiettoria e conseguentemente perdere posizioni, in questo si ha un vantaggio, poiché ci si trova su un circuito ad alta velocità dove si possono sfruttare i lunghi rettilinei ed il banking delle curve. Il tutto si trasforma in uno spettacolo simile a quello che si può vedere in categorie come la Nascar, dove si affrontano le curve appaiati senza mai alzare il piede dall’accelleratore.

Le qualifiche hanno visto il leader del campionato in testa alla classifica, con al suo fianco l’ex campione del mondo Jake Dennis che però faticherà nelle prime fasi di gara, perdendo molte posizioni.

Il gran premio scatta con un ottimo spunto di Rowland che mantiene la testa, mentre nelle retrovie tutto scorre regolare e senza contatti.

Tra i piloti più in difficoltà vediamo un veterano della categoria, Jean Eric Vergne, che già dalle prime fasi di gara non sembra trovare il giusto feeling con la vettura non trovando i giusti riferimenti di pista portandolo anche ad uscire fuori pista al giro 10, tagliando completamente una curva sull’erba.

Buono spunto per De Vries su Mahindra che balza in testa nel primo giro, recuperando fin da subito buone posizioni, costretto però a ripartire dal fondo dopo che al giro 17, per un problema tecnico è costretto ad allungare in una via di fuga per un probabile reset della vettura. Proprio a seguito di questo evento viene subito schierata la safety car, che però resta in pista per solo un giro, poiché l’olandese riesce a ripartire ed accodarsi al gruppo.

La pista migliora e molti piloti aumentano il ritmo, ma nel tentativo di rimonta Günther ha un contatto con Hughes, innescando un tamponamento a catena che coinvolge anche Evans.

Viene chiamata nuovamente in pista la Safety Car, ma dopo meno di un giro viene esposta la bandiera rossa per motivi di sicurezza, poiché la vettura di Huges è rimasta al centro della chicane e con l’Attack Mode ancora attivo, rischiando di essere pericolosa per gli addetti ai lavori.

Günther ed Evans riescono a tornare ai box per la ripartenza dopo aver percorso il giro perso dietro alla Safety Car per poi accodarsi al gruppo.

Il gran premio riparte con una partenza da fermi senza alcun giro aggiunto, il che potrebbe creare problemi a tutti coloro che non hanno scontato tutti i minuti obbligatori di Attack Mode.

Partenza da incubo per Da Costa che vede sfumare la possibilità di vincere la gara, sopravanzato da tutti i piloti che nel primo giro passano in Activation Zone, guadagnando i 50kW extra e la trazione integrale.

Il primo sotto la bandiera a scacchi è Norman Nato, seguito da Wherlein, ma la classifica viene aggiornata dopo che la direzione di gara ha rilevato che alcuni piloti hanno tagliato il traguardo senza aver terminato i minuti da scontare obbligatoriamente entro la fine della gara, pena 10 secondi di penalità. Frijns, Barnard, Bird, Nato e Rowland finiscono sotto investigazione e la classifica finale si aggiorna.

Vince Pascal Wherlein, seguito da Di Grassi e solo in terza posizione Da Costa.

Il portoghese, visibilmente frustrato per non aver ottenuto la vittoria, siede sul gradino più basso del podio, consapevole del fatto che la vittoria lo avrebbe portato più vicino alla vetta della classifica; un episodio sfortunato che vede così Wherlein rientrare di forza nella lotta per il titolo.

di Antonio Zorzi

Foto di Kian Lem

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